L’inquinamento atmosferico provoca ogni anno migliaia di morti nei Paesi europei ed ha costi esorbitanti che sono a carico della collettività. I dati più recenti sono quelli elaborati da una commissione d’inchiesta del Senato francese: ogni anno i cittadini francesi spendono oltre 100 miliardi di euro per fronteggiare le conseguenze dell’inquinamento atmosferico. La situazione è pressoché la stessa in Italia, dove i costi sono quantificabili in 88,5 miliardi, circa il 5% del PIL.
Una commissione d’inchiesta del Senato francese si è occupata di valutare qual è l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla collettività. Il rapporto elaborato dalla commissione stima i costi annuali da sostenere per affrontare le conseguenze provocate dall’inquinamento atmosferico in 100 miliardi di euro.
Si tratta in gran parte di costi di tipo sanitario: ogni anno in Francia le morti premature per patologie direttamente collegate all’inquinamento sono 42.000 e costano allo Stato tra i 68 e i 97 miliardi di euro. Oltre a quelli sanitari, la Francia deve sostenere anche costi di tipo ambientale, specie per la perdita di biodiversità, sia costi relativi alla manutenzione degli edifici danneggiati dall’inquinamento.
Tutto ciò significa che ogni cittadino francese esborsa ogni anno tra i 1.100 e i 1.600 euro per fronteggiare le conseguenze negative dell’inquinamento atmosferico. Di fronte a questi dati, il Senato ha proposto delle misure che dovrebbero alleggerire i costi. Tra le proposte più rilevanti ci sono l’introduzione di una tassa sulle emissioni di ossido di azoto e di polveri sottili. Un’altra proposta punta alla prevenzione sanitaria, con controlli finalizzati al monitoraggio delle condizioni di salute degli impiegati nei settori più soggetti a malattie respiratorie.
In Italia la situazione è del tutto paragonabile a quella francese. L’ultimo studio disponibile è quello diffuso ad aprile 2015 dall’OMS e dall’OCSE. Nel nostro Paese le morti legate all’inquinamento atmosferico (per patologie respiratorie o per forme tumorali che attaccano l’apparato respiratorio) sono circa 32.000 ogni anno. Il costo per le casse dello Stato è di 88,5 miliardi di euro.
In Italia l’inquinamento atmosferico ci costa il 5% del PIL e ha un’incidenza sul prodotto interno lordo molto più elevata rispetto ai Paesi maggiormente virtuosi a livello europeo. In cima alla classifica compaiono i Paesi scandinavi, Paesi ad alto reddito, molto sensibili alla difesa dell’ambiente e all’adozione di soluzioni poco inquinanti. In Svezia i costi sono lo 0,9% del PIL, in Finlandia lo 0,7% e in Norvegia solo lo 0,3%. L’inquinamento incide invece molto negativamente sulle economie dei Pesi dell’est Europa, dove i costi che ne derivano arrivano a coprire tra il 20 e il 30% del PIL. Secondo i dati risalenti al 2010, l’Europa ogni anno conta 600.000 vittime e spende più di 1.600 miliardi di dollari. Un motivo in più per sostituire le fonti fossili di energia, costose e inquinanti, con le fonti rinnovabili, più economiche e sicure.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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