Cresce a livello esponenziale la richiesta di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia solare: e potremmo trovarci davanti ad un problema che va nella direzione opposta della crisi degli ultimi anni. Infatti a mancare non sarà la domanda, quanto l’offerta: in parole povere, si prevede che la produzione mondiale di pannelli fotovoltaici non terrà il passo della richiesta.
Per ora si tratta solo di ipotesi, proposte da un report di Bloomberg new energy finance, ma che oggettivamente fanno pensare. Basta guardare solo un attimo al passato, per capire quale straordinario input ha avuto il settore del fotovoltaico negli ultimi anni. Solo in tre anni, tra il 2010 e il 2013 il totale dei MW installati nel mondo è passato da circa 70.000 MW a 137.000 MW, mentre per quanto riguarda l’installazione annua, si è passati dai circa 29.000 MW a 37.000 MW, mentre per quanto riguarda il 2014, le installazioni mondiali annue dovrebbero raggiungere i 52.000 MW e addirittura i 61.000 MW nel 2015.
Ma cosa possono significare, in pratica, tutti questi numeri? Innanzitutto che il concetto di fotovoltaico sta diventando maggiorenne (si legga: “raggiungimento della grid parity”), nel senso che non ha più bisogno di essere tenuto per mano dagli incentivi statali: questo sta avvenendo in molti paesi d’Europa. È fondamentale poter finalmente dire che le energie rinnovabili devono il loro appeal a se stesse e non ai soldi degli Stati.
La seconda riflessione è di ordine pratico: l’industria mondiale può produrre al massimo 59.000 MW di potenza. Questo significa che non dovrebbero esserci problemi per il 2014, ma nel 2015 la domanda supererà l’offerta, nonostante le industrie americane e cinesi ne sfornino a pieno ritmo.
Ora si evidenzia maggiormente il danno creato negli anni dal dumping dei cinesi, ovvero da quella pratica scorretta di vendere i pannelli fotovoltaici ad un prezzo inferiore all’estero di quello tenuto in patria. Pratica che ha portato alla chiusura di tante aziende produttrici di pannelli (persino in Cina, tanto che oggi sono state tante le aziende cinese a collaborare con la UE sull’inchiesta relativa) mentre oggi ci sarebbe stato lavoro per tutti.
Si alzeranno i prezzi? Probabilmente no, perché non essendo beni di prima necessità, chi li mette potrebbe decidere di aspettare qualche mese e l’industria del fotovoltaico potrebbe decidere di rimettere in sesto alcune vecchie linee di produzione che permetterebbero di raggiungere i 70.000 MW annui e stare al sicuro. Altra ipotesi è che si prediligerà la fornitura a grandi impianti piuttosto che al settore residenziale: magari comunque, tutta questa situazione sarà un’ ulteriore spinta per lasciarci la crisi alle spalle. Magari.
Se vuoi approfondire la questione dei prezzi dei pannelli fotovoltaici leggi questo articolo.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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