Quello dell’efficienza energetica e del risparmio di energia è una delle “questioni chiave” che, non solo l’Italia, ma l’intera Umanità, deve affrontare per rallentare i cambiamenti climatici.
Enea, ormai da qualche mese, ha pubblicato il suo consueto rapporto sull’efficienza energetica in Italia per monitorare e valutare i risultati finora raggiunti sul fronte dell’efficienza energetica in Italia. A che punto siamo? Quali sono le prospettive? Quali le potenzialità delle politiche volte a sviluppare l’efficienza energetica? E quali le criticità ancora da superare? Queste le direttrici principali dell’analisi effettuata nel rapporto Enea. Ciò che ne emerge è un quadro abbastanza incoraggiante, sulla carta, ma ancora abbastanza macchinoso dal punto di vista operativo e dei concreti interventi da intraprendere.
Raggiungere il 20% di risparmio energetico entro il 2020 è uno degli obbiettivi europei che l’Italia deve raggiungere, anche attraverso l’efficienza dei propri consumi energetici. In Italia questo obbiettivo è oggi facilmente raggiungibile, ed il potenziale di risparmio energetico non sfruttato è ancora molto ampio.
Il risparmio e l’efficienza energetica, secondo il rapporto Enea, sarà uno dei settori chiave delle politiche di sviluppo dei prossimi anni e l’Europa, in prima istanza, è la principale promotrice delle politiche sull’efficienza energetica. Molte risorse saranno dedicate ad alimentare questo settore.
Nel rapporto non si parla, però, di sola strategia politica. Si parla anche del ruolo chiave che l’innovazione tecnologica e la ricerca dovrà avere nei prossimi anni. Alla politica, il compito di creare un favorevole contesto normativo. Alla tecnologia ed alla ricerca il compito di sviluppare prodotti e soluzioni per l’efficienza energetica sempre più efficaci e sostenibili a livello economico.
Il potenziale di risparmio energetico, si evidenzia dal rapporto, è ancora molto elevato in Italia, come numerosi sarebbero i benefici ottenibili relativi alla salute ed al benessere dei cittadini, all’inquinamento dell’aria, alla produttività industriale ed alla tutela dei consumatori.
Come si ottiene in Italia lo standard minimo di efficienza energetica?
L’introduzione del meccanismo dei certificati bianchi dovrebbe garantire, a regime, almeno il 60 per cento del risparmio energetico nazionale attraverso la “titolarizzazione” dei consumi energetici delle grandi società produttrici di energia.
Il restante 40 per cento sarà ottenuto, invece, rafforzando i sistemi di incentivazione attualmente vigenti e con diverse nuove misure rese obbligatorie in alcune situazioni: diagnosi energetiche, teleriscaldamento, riqualificazione energetica obbligatoria per le pubbliche amministrazioni, efficientamento di reti e infrastrutture, produzione energetica da fonti rinnovabili, generazione distribuita, cogenerazione ad alto rendimento, obbligo di nuovi contatori per gli utenti finali, nuovi sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore, ecc…
Quali risorse? Il Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica dovrebbe destinare all’attivazione di tutte queste misure ben 800 milioni di euro gestiti da una “cabina di regia” presieduta direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Le misure fino ad ora evocate sono misure già esistenti, già operative. Ecco cosa prevede di nuovo, invece, il Piano d’azione nazionale per l’efficienza energetica. Incentivare gli isolamenti termici degli edifici, sostituzione dei serramenti, utilizzo della domotica per automatizzare (o gestire da remoto) l’efficienza energetica.
Scarica l’intero rapporto Enea sull’efficienza energetica 2015 (versione PDF – 270 pag).
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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