Mentre in Italia si dibatte sull’impatto del fotovoltaico a terra, nella Repubblica di Singapore si è intelligentemente pensato di sistemarlo sull’acqua. L’acqua offre infatti il vantaggio di disporre di grandi superfici ben esposte, senza ombreggiamenti, con irraggiamento e temperature ottimali.
La Repubblica di Singapore, sviluppata tutta su un arcipelago, ha trovato nel fotovoltaico galleggiante la sua quadratura del cerchio. Almeno questa è l’idea che dal 2011 viene dibattuta e che pare finalmente abbia iniziato a prendere corpo in questo mese. Nello specifico l’impianto sarà posizionato sul Tengeh Reservoir, uno dei quattro bacini del Western Water Catchment di Singapore: la sua potenza sarà tale da essere in grado di supportare l’energia elettrica prodotta dalla rete nazionale. Coprirà infatti 3 ettari e produrrà fino a 3,3 GWh di energia elettrica pulita all’anno, che è indicativamente il consumo medio annuo di circa 750 famiglie.
L’energia solare è considerata la forma di energia più promettente di Singapore, che come altre nazioni non può contare su consistenti risorse di materie prime, e soprattutto il fotovoltaico galleggiante può essere un progetto in grado di sopperire ai bisogni di questo paese dalle grandi distese d’acqua. Accanto a quello sul Tengeh Reservoir, è significativo riportare che ne è in fase di realizzazione anche un altro sempre legato al fotovoltaico, cioè la costruzione di pannelli solari da 1 MWp sui tetti di Choa Chu Kang, il sistema di trattamento delle acque del paese, e l’energia prodotta dovrà servire appuntoalle operazioni di trattamento delle acque dell’impianto. Anche in questo caso l’utilizzo del fotovoltaico è destinato a cambiare la vita degli abitanti di Singapore, in quanto fino ad ora i costi delle bollette dell’acqua sono stati veramente elevati.
Ma in Asia, mentre Singapore sogna la soluzione ai suoi problemi, altre nazioni hanno già realizzato impianti fotovoltaici galleggianti di grandi dimensioni, come ad esempio il Giappone, dove è stato realizzato il Floating Power Plant, dove unità galleggianti a forma di esagono contengono generatori eolici e fotovoltaici.
Negli Emirati Arabi Uniti è stata invece realizzata e posizionata sul mare del Golfo Persico, una Solar Island, alta 20 metri e del diametro di 1 km, coperta da pannelli fotovoltaici in grado di orientarsi verso il sole.
In Europa invece, a Glasgow, sono state sistemate sulla superficie del Glasgow’s River Clyde, isole fatte di pannelli solari, che possono essere praticamente prese e traslate in altri luoghi.
In realtà, da studi realizzati in Italia, si sta evolvendo l’idea che il fotovoltaico ha una resa migliore se posizionato sull’acqua, magari ad alta quota e se è presente un meccanismo in grado di orientare i pannelli: addirittura fino al 40% in più delle installazioni classiche. Certo realizzare questo tipo di fotovoltaico è più difficile ed ha un costo più elevato, ma i lati negativi scompaiono di fronte alla resa migliore.
Inoltre il fotovoltaico galleggiante, in casi come quello di Singapore, sembra essere davvero l’unico modo possibile di guadagnarsi il proprio “posto al sole”.
Vai qui per approfondire sui limiti e vantaggi del fotovoltaico flottante.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
Ultimi commenti