Incentivi per le fonti rinnovabili: dopo decreti e contro decreti è possibile fare un punto della situazione su quali saranno gli sviluppi futuri? È quello che cerca stabilire Confartigianato Treviso, analizzando la situazione provinciale in rapporto con le modifiche della legge.
L’Italia, negli anni precedenti, ha scommesso con decisione sul cavallo delle energie rinnovabili, e questa decisione si è rivelata vincente. Centinaia di migliaia di famiglie e aziende italiane hanno scelto di avvalersi della presenza di un impianto fotovoltaico e nello specifico lo Stato ha incentivato le aziende agricole a fare investimenti.
È stato stabilito quindi che ci sarebbe stato un contributo ulteriore al prezzo di vendita dell’energia e come quel reddito non sarebbe stato tassato. Questa promessa ha fatto sì che in molti puntassero su questo nuovo mercato: nella sola provincia di Treviso esistono oltre 150 impianti tra 200 e i 1000 kw, per la maggior parte appartenenti ad aziende agricole. È scontato, quando si stipula un contratto, pensare che le condizioni restino le medesime fino a scadenza.
Questo però non sta succedendo in Italia e i proprietari degli impianti fotovoltaici e di biogas hanno iniziato a tremare.
Infatti il D.L. n. 145/2013 convertito in L. n. 9/2014 (Destinazione Italia) ha modificato, a partire dal 1º gennaio 2014, i prezzi minimi garantiti. È possibile scegliere se continuare con il regime incentivante per il periodo residuo oppure rimodularlo.
Secondo il D.L. n. 66/2014 convertito il L. n. 89/2014 ( “Competitività“) a cambiare è anche la tassazione, infatti la produzione di energia elettrica non è più reddito agrario non tassato, ma ha un coefficiente di redditività pari al 25 %
A colpire il settore del fotovoltaico ci pensa anche il D.L. n. 91 24.6.2014 ( “Spalma incentivi”) per quanto riguarda gli impianti di 200 kW. Come già detto infatti in altri articoli, gli incentivi verranno allungati su un periodo ulteriore di 4 anni: il problema è che non ci sono garanzie che gli impianti in questione funzionino alla perfezione oltre i 20, quando dovrebbe invece avvenire al rottamazione.
Accanto alla discussione sul fotovoltaico nella Spalma incentivi, dovrebbe arrivare un ulteriore e controversa bozza decreto MISE-MATTM di attuazione dell’articolo 1, comma 3, del D.L. 145/13, convertito nella L. 9/2014 “Destinazione Italia”, che riguarda invece la rimodulazione volontaria degli incentivi prodotti con fonti rinnovabili non solari calcolata moltiplicando il vecchio incentivo per un parametro K che varia in base al periodo residuo ed al tipo di fonte rinnovabile.
Insomma, tutto sembra tranne che l’Italia abbia ancora voglia di puntare su fotovoltaico e biogas: peccato che ormai tutti coloro che si sono indebitati perché hanno creduto nelle energie rinnovabili non possono andare dalle banche che hanno concesso i mutui e dire semplicemente che hanno cambiato idea.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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