Il vertice sul clima di Lima si è concluso con la sottoscrizione di un accordo che vincola i Paesi aderenti a impegnarsi per la riduzione delle emissioni di gas serra. I giudizi sul documento siglato al termine della fase di negoziazione sono contrastanti: mentre le associazioni ambientaliste bocciano il documento, giudicandolo troppo poco incisivo, le istituzioni parlano di passo avanti nella lotta al cambiamento climatico.
Il documento finale prodotto dal vertice di Lima stabilisce che i Paesi partecipanti dovranno presentare all’ONU entro il mese di ottobre i propri obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. Gli obiettivi dovranno essere equi e quantificabili e saranno successivamente valutati dai membri della commissione IPCC. Non solo, i Paesi firmatari dell’accordo si sono impegnati anche a fornire all’Organizzazione delle Nazioni Unite anche una dichiarazione relativa alle azioni che intendono intraprendere per centrare gli obiettivi dichiarati.
Il documento siglato a Lima costituisce la base da cui partire per giungere alla firma di un accordo globale e vincolante sul clima nel prossimo vertice Cop21 in programma a Parigi. Il principale obiettivo di questo vertice sarà riuscire a contenere le emissioni, per evitare il superamento della soglia dei 2°C di aumento della temperatura media sulla Terra.
La posizione delle associazioni ambientaliste rispetto al documento firmato a Lima è negativa. Secondo il presidente di Legambiente non si è fatto alcun passo avanti nella lotta al cambiamento climatico e in generale il documento viene giudicato debole, poco incisivo e poco concreto. Un po’ più morbido è il giudizio delle istituzioni. Il ministro dell’ambiente italiano Galletti plaude all’Europa che, dal suo punto di vista, ha svolto un importante ruolo nelle mediazioni. Per il ministro il documento è un buon punto di partenza in vista dell’appuntamento di Parigi. Anche la Commissione Europea promuove i risultati ottenuti a Lima, notando che sono stati fatti passi avanti, specie nella richiesta di impegni trasparenti e quantificabili ai Paesi firmatati.
Il presidente della conferenza e ministro dell’ambiente peruviano, Vidal, esprime un giudizio tiepido sul documento finale. Ammette che si sarebbe potuto fare di più ma sottolinea che si è dovuto cercare un compromesso tra le diverse posizioni in gioco. In particolare, si è cercato di mediare tra i Paesi più industrializzati e quelli in via di sviluppo, dopo che questi ultimi avevano bocciato una prima bozza dell’accordo che, a loro avviso, sottostimava l’impegno dei Paesi avanzati alla lotta contro il riscaldamento globale e alle loro responsabilità in merito ai finanziamenti da stanziare per il fondo per l’ambiente.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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