L’efficienza dei pannelli fotovoltaici è un fattore importante per valutare il rendimento dell’impianto fv in base alle superfici disponibili. Su superfici limitate, infatti, questo “indicatore di conversione” delle celle solari fa la differenza. A parità di spazio occupato, infatti, un impianto con efficienza maggiore avrà nel tempo rendimenti maggiori e riuscirà a sfruttare in maniera ottimale lo spazio disponibile, ad esempio, sul tetto di una casa o su una superficie “utile” utilizzabile tra un’ombra e un’altra.
L’efficienza di conversione, ricordiamolo, non è per forza sinonimo di qualità, ma indica la producibilità del modulo in relazione allo spazio occupato. “Efficienza del 20 per cento” significa, per esempio, che il 20 per cento dell’irradiazione solare ricevuta sulla superficie del pannello, viene effettivamente convertita in energia elettrica, in energia utile utilizzabile. Se consideriamo che la fonte è esclusivamente la luce solare, questo valore appare già un ottimo risultato.
Utilizzare, in caso di problemi di spazio, pannelli con un rapporto di conversione intorno al 20 per cento è già un’ottima soluzione. I pannelli più efficienti presenti sul mercato “convenzionale”, infatti, raggiungono ad oggi il 20-22 per cento di efficienza.
La multinazionale giapponese dell’elettronica di consumo, Panasonic Corp, ha annunciato che il proprio pannello fotovoltaico, chiamato “HIT”, avrebbe raggiunto a livello di ricerca un’efficienza di conversione pari al 23,8 per cento, il valore più alto mai raggiunto per le celle fotovoltaiche in silicio. Il record precedente per questo tipo di moduli era del 22,8 per cento.
L’ottenimento di questo elevato livello di rendimento della cella è stato confermato dal centro di ricerca giapponese “National Institute of Advanced Industrial Science and Technology” (AIST).
Da cosa deriva questo elevatissimo rapporto di conversione?
Il modulo è composto da celle solari, denominate anch’esse “HIT”, che di fatto sono celle fotovoltaiche ibride: sono celle in silicio monocristallino contornate da strati ultrasottili di silicio amorfo. Questa combinazione ha fatto raggiungere, in alcuni test sperimentali, un’efficienza di conversione per singola cella di oltre il 25 per cento.
Secondo quanto affermato dalla multinazionale giapponese questi moduli fotovoltaici ad altissima efficienza verranno prodotti a breve su scala industriale.
Un ulteriore passo verso la piena competitività del fotovoltaico con le fonti fossili è stato compiuto.
“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”
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